Perché l’adolescenza è un periodo difficile? E cosa può fare un genitore?

Litigi, scontri, pianti, continui “no” e parallelamente entusiasmo, coraggio e grande vivacità. L’adolescenza è mutevole, incostante, dinamica e porta anche il genitore a sentirsi sulle montagne russe! Perché l’adolescenza è un periodo così complesso per ragazzi e genitori?

Si dice che l’adolescenza sia il periodo del ciclo di vita in cui si passa dall’infanzia all’età adulta, ma c’è molto, molto di più. Innanzitutto la dimensione corporea assume un’importanza maggiore rispetto alla fase evolutiva precedente. La pubertà porta con sé numerosi cambiamenti, che coinvolgono il sistema ormonale ed endocrino, la distribuzione del grasso corporeo, lo scheletro, i muscoli, gli organi riproduttivi e i caratteri sessuali. Nella vita quotidiana i ragazzi si accorgono dei primi brufoli, dell’aumento di peso, del cambiamento delle forme del corpo, dei peli sul corpo… Inevitabilmente queste trasformazioni hanno un impatto sulla sfera psico-emotiva dell’adolescente, andando a influenzare la sua autostima, ora alle prese con il confronto con il mondo esterno, con i canoni estetici e con i pari. Dal punto di vista relazionale, l’aspetto fisico gioca un ruolo cruciale sulla popolarità, sul suo ruolo all’interno del gruppo di amici e sul suo modo di rapportarsi con gli altri.

La dimensione corporea è un aspetto importante sie per i ragazzi sia per le ragazze

I cambiamenti adolescenziali non coinvolgono solo il corpo, ma anche la sfera psicologica, emotiva e cognitiva. Le capacità intellettive e metacognitive (la capacità di riflettere sui propri stati interni) si affinano e l’adolescente inizia a chiedersi “Chi sono io? Chi voglio diventare? Che adulto sarò? A chi vorrei somigliare?”. Queste domande riguardano la percezione di sé, la dimensione identitaria oltre che, ancora una volta, l’autostima.

Per trovare risposte a queste domande l’adolescente inizia ad esplorare con sempre maggiore autonomia il mondo, avviando il percorso di separazione-individuazione dalla famiglia. Ecco che la funzione genitoriale viene chiamata a svolgere un nuovo compito: garantire la presenza, il sostegno e la sicurezza necessaria all’adolescente per poter esplorare nuovi orizzonti, accettando i movimenti di allontanamento e i riavvicinamenti che caratterizzano questa fase evolutiva dei figli.

In questa fase della crescita il ruolo genitoriale diventa complesso

Svolgere questo nuovo ruolo non è semplice… richiede un grande sforzo per tenere insieme diverse spinte. Da un lato il desiderio di proteggere i propri figli dai pericoli che potrebbero incontrare, dall’altro la sensazione di sentirsi rifiutati come figure di riferimento. Come fare?

Non esiste la ricetta del genitore perfetto, ma è possibile tenere a mente alcuni aspetti. Innanzitutto dare importanza all’evoluzione del rapporto genitore-figlio. Il ragazzo, che oggi sembra così diverso dal bambino che era, porta con sé il bagaglio di esperienze relazionali ed emotive fatte nel corso delle fasi di vita precedenti. Investire con attenzione in un’armoniosa relazione genitore-figlio già nel corso dell’infanzia, imparando a conoscere e valorizzare gli aspetti personali del proprio bambino in crescita, è un elemento da non sottovalutare.

E’ inoltre importante che ogni mamma e ogni papà si prenda del tempo per auto-osservarsi, cercando di comprendere quale sia il proprio stile genitoriale. Sono autoritario? Sono troppo permissivo? Sono solitamente di corsa, impegnato, distante e poco interessato a ciò che riguarda mio figlio? Spendere del tempo per pensare al proprio atteggiamento può rivelarsi fondamentale per apportare in prima persona un cambiamento significativo nella relazione con l’adolescente. Inoltre, non perdiamo di vista proprio in questa fase concetti importanti come quelli di disponibilità e contenimento. E’ infatti importante mettersi in una posizione di ascolto e comprensione, pur mantenendo l’attenzione verso regole positive, che non facciano sentire l’adolescente solo e senza riferimenti.

La capacità di scendere a compromessi è una capacità preziosa. Permette infatti al genitore di mantenere dei punti fermi, mirati alla tutela e all’educazione dei figli, e contemporaneamente dà la possibilità all’adolescente di sentirsi maggiormente coinvolto nelle decisioni che vengono prese. Il ragazzo potrà così sentire che le proprie necessità vengano ascoltate, valorizzate e che valga la pensa prendere in considerazione il suo punto di vista.

Queste sono solo alcune delle accortezze su cui è bene soffermarsi di fronte a un periodo complesso come quello dell’adolescenza. Non risolvono certamente tutto ciò che accade in una famiglia in questo periodo né possono essere una soluzione “ad ogni male”. Lo spunto che desidero però condividere è che serva del tempo per ascoltare se stessi e i propri figli, dedicandosi a una riflessione che non si ponga unicamente l’obiettivo di trovare limiti e difficoltà, ma che porti alla luce risorse e punti di forza dei due genitori nella loro individualità e come coppia genitoriale, del proprio figlio adolescente e della relazione di attaccamento che li lega.

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